(di Podlosky)
HCB ma dov’è finita la stella? No, non ci stiamo chiedendo se manca nel roster della stagione in corso il fuoriclasse, giocatore faro o quello che possa infiammare i cuori dei tifosi bolzanini.
La domanda, forse, un po’ spigolosa verte su quel fregio a cinque punte che da ben 28 anni fa la sua bella presenza sulle casacche dell’Hockey Club Bolzano. Già perché questa stagione, sia sulla divisa da trasferta bianco-rossa-nera(?) che quella casalinga rossa, non compare più un simbolo molto importante della nostra gloriosa storia.
Già negli ultimi anni, con la partecipazione alle Erste Bank EisHockey Liga, la stella non ha trovato più posto sul petto ma sulle spalle dei giocatori con un simpatico binomio con il logo storico della Società (giocatore blu inserito in un esagono con la scritta HCB). Quest’anno, complice la volontà di dare una maggiore visibilità ad alcuni sponsor, lo spazio sulle spalle è risultato occupato e quindi forse la fretta o la poca attenzione dei grafici ha fatto sì che la stella (speriamo solo temporaneamente, ndr) sia sparita.
La stella sulle maglie HCB nelle ultime stagioni
LE ORIGINI
Ma cosa è questa STELLA? Quale significato ha? È una idea tutta italiana, che negli anni si è poi diffusa in tutto il mondo. Chiaramente l’ambiente naturale della sua nascita è il calcio, lo sport con il più grande seguito, ma poi velocemente ha trovato applicazione in tutte le altre attività sportive italiane (come avvenne già a suo tempo con lo scudetto tricolore). È l’anno 1958 quando il Presidente della Juventus FC, Edoardo Agnelli, chiese alla Federazione Italiana Giuoco Calcio di poter indossare sulla divisa di gioco una stella come simbolo per la vittoria del 10° campionato; per la Società torinese era anche il simbolo della supremazia nazionale visto che i bianconeri diventavano quell’anno la squadra italiana più titolata staccando il Genoa fermo a 9 vittorie. Successivamente sarà anche il turno delle due note squadre milanesi che arrivarono ad indossare la loro stella di pluricampioni nazionali, nel 1968 l’Inter e nel 1979 il Milan.
La stella divenne velocemente un simbolo adottato da molte Società calcistiche straniere per dimostrare il loro valore e palmarès. Negli anni in tutti i campionati internazionali è stato adottato il sistema di assegnare una stella per ogni 10 titoli vinti, solo Germania e Turchia hanno usato sistemi differenti. Sul Bosforo una stella equivale a 5 campionati mentre per i tedeschi il sistema è più complesso: le Società hanno diritto di fregiarsi di 1, 2, 3 o 4 stelle a seconda che abbiano vinto 3, 5, 10 o 20 titoli.
Anche le Federazioni Nazionali hanno voluto mostrare questo simbolo di vittoria nel loro logo, il primo fu il Brasile che aggiunse tre stelle sopra il proprio stemma dopo la vittoria della loro terza Coppa del Mondo nel 1970, l'Italia fece la stessa cosa nel 1982 e successivamente anche la Germania dopo la vittoria in Coppa del Mondo nel 1990. Verso la fine degli anni novanta (dopo i mondiali di Francia del 1998) la FIFA regolarizzò l'utilizzo delle stelle consentendo a tutte le nazionali che hanno vinto almeno un titolo mondiale (e quindi non tre come fino ad allora) di apporre una stella d'oro per ogni Coppa vinta.
Rimanendo sempre in tema calcistico le squadre che hanno una maglia molto “pesante” dovuta alla loro mostreggiatura sono i nord-irlandesi di Belfast del Linfield FC e gli scozzesi dei Rangers FC di Glasgow che vestono ben 5 stelle per i loro, rispettivamente, 51 e 54 campionati vinti. A seguire con 4 stelle troviamo i tedeschi del FC Bayern München e gli israeliani del Maccabi Tel Aviv FC, mentre con 3 fregi sono ornate le maglie di Galatasaray SK, SL Benfica, AC Sparta Praha, AFC Ajax, RSC Anderlecht, SK Rapid Wien e Juventus FC.
Linfield FC e Rangers FC sono le Società “a 5 stelle”
LA STELLA NELL'HOCKEY SU GHIACCIO ITALIANO
Ma passando al nostro amato sport già dal 1950 l’Hockey Club Milano avrebbe potuto vestire la stella, ma come abbiamo visto questa tradizione doveva essere ancora introdotta. La Società meneghina purtroppo non si fregerà mai di questo titolo dato che nel 1956 si fuse (perdendo così i diritti sportivi, ndr) con l’altra squadra cittadina dei HC Diavoli Rosso-Neri per dare la vita ad un nuovo sodalizio dal nome Milan-Inter HC.
Quindi dobbiamo aspettare il 1968 quando la Sportivi Ghiaccio Cortina arrivò al 10° titolo che però non festeggio subito con la stella. Dovranno passare molti anni prima di vederla esibita. In effetti la Società bellunese ha sempre preferito mostrare nel proprio logo le due stelle al merito sportivo, una d’oro e l’altra d’argento, assegnatele dal CONI. Infatti solo a metà degli anni 2000 il nuovo logo sociale riportava la stella di pluricampione nazionale e contemporaneamente ve ne era una in bella vista sulla divisa da gioco.
Loghi sociali SG Cortina
Nel frattempo la squadra milanese dei Diavoli HC Milano (cambio di denominazione del Milan-Inter HC effettuato nel 1958, ndr) verso la seconda metà degli anni ’70 inizia ad inserire due stelle nel logo sociale e successivamente ad ornare le sue casacche con i due fregi. Con un clamoroso falso storico la dirigenza meneghina voleva, in un colpo solo, far suoi tutti i titoli vinti dalle squadre milanesi (di società ben distinte che nulla avevano a cui spartire le une con le altre) fino a quel tempo. In realtà il loro titolo sportivo poteva vantare solo due scudetti (1958 e 1960) ma per diversi anni poterono vestire le due stelle dato che al tempo non vi era una grande conoscenza del passato dell’hockey italiano e la FISG non si pronunciò mai al riguardo.
Diavolo HC Milano – Due stelle "false" sul petto
Loghi sociali dei Diavoli HC Milano con le due stelle
La terza ed ultima società a superare la soglia dei 10 titoli sarà l’HC Bolzano nella stagione 1987/88 quella che consacrerà la Società altoatesina nel firmamento sportivo italiano.
LA STELLA NELL'HOCKEY SU GHIACCIO INTERNAZIONALE
Negli ultimi anni anche a livello internazionale si è vista una sempre maggiore introduzione di questo simbolo per indicare le vittorie. È quello che capita, per esempio, ormai da diverse stagioni in Germania dove le squadre per ogni vittoria del campionato (vale solo per i titoli della DEL – Deutsche Eishockey Liga quindi dalla stagione 94/95) espongono una stella sopra il logo della lega. Le Società che per ora hanno adottato il sistema sono i pluricampioni dei EHC Eisbären Berlin ne hanno ben 7 mentre i neo vincitori dei EHC Red Bull München e ERC Ingolstadt sono solo ad una.
La stella delle squadre DEL
Anche in EBEL alcune Società hanno iniziano ad utilizzare questo simbolo per dimostrare la loro forza anche se sono vi è accordo sul significato. Il Klagenfurter AC usa 3 stelle per i 30 titolo mentre l’EHC Red Bull Salzburg le appone per ogni singolo titolo vinto.
Infine se vogliamo trovare la Società europea più “stellata” bisogna spostasi più a nord e precisamente ad Oslo dove la sezione hockeistica del Vålerenga IF ha nel suo simbolo una vera e propria costellazione con la presenza di ben 26 stelle corrispondenti ad ogni tiolo nazionale conquistato.
La stella delle squadre EBEL
Il "firmamento" del Vålerenga IF
IL CLUB DELLA STELLA - LE SOCIETÀ ITALIANE PIÙ VINCENTI
Come abbiamo visto la presenza della stella ormai è diventata un vero e proprio vanto, tant’è che in tutti gli sport italiani vi sono Società che mostrano nel loro logo sociale o sulle divise il simbolo di pluricampione nazionale. L’ambito CLUB in questo momento è formato da 22 Società maschili e 8 Società femminili. Purtroppo quattro di queste, e precisamente: Hockey Novara, Unione Sportiva Triestina Hockey, Amatori Rugby Milano e Hockey Club Milano hanno cessato l’attività e quindi non potranno proseguire la conquista di ulteriori titoli. Da notare che le città più “stellate” sono Milano (5 società maschili ed 1 femminile), Bologna e Trieste (2 maschili) e Varese e la provincia di Belluno con (1 maschile ed 1 femminile). Sfortunatamente in questa speciale classifica non è potuto ancora entrare l’hockey su ghiaccio femminile bolzanino la cui lunga attività è stata divisa in due distinte società, infatti sia le HC Eagles Bolzano (attive dal 1991-2008) che l’EV Bozen 84 "Eagles" (sezione femminile fondata nel 2008) vantano entrambe la conquista di 7 titoli nazionali.
Di seguito la classifica delle Società stellate italiane:
Nota: dati aggiornati a fine ottobre 2016.
LA CONQUISTA DEL 10° SCUDETTO
All’indomani della bruciante sconfitta patita nella finale scudetto della stagione 1986/87 contro l’AS Varese Hockey, l’Hockey Club Bolzano ed in prima persona il presidente Michl Ebner volle rinforzare la squadra per conquistare quel 10° titolo sfuggito negli anni precedenti. Per questo motivo la scelta dello straniero di punta che doveva dare lustro e trainare la squadra al successo ricadde sul trentaduenne svedese Kent Ake Nilsson. Un vero fenomeno sui pattini che l’anno prima era stato tra i protagonisti della conquista da parte degli Edmonton Oilers della prestigiosa Stanley Cup. In verità anche le altre squadre italiane erano molto attive nel cercare di allestire roster di maggior livello, infatti sia Merano che Varese si rinforzeranno molto ma l’arrivo in Italia di Magic Man sarà un vero e proprio tornado. Il giocatore svedese farà segnare, infatti, il record di punti per il campionato italiano (tutt’ora record imbattuto) con 132 punti (60 gol e 72 assist) in 35 partite di stagione regolare e 28 punti (14+14) nelle 8 partite di play-off.
Il suo arrivo a Bolzano era stato ritardato perché impegnato con la sua Nazionale nella Canada Cup (sarà eliminato in semifinale dall’Unione Sovietica, ndr). Dopo le prime partite amichevoli giocate fuori città e qualche giorno prima dell’esordio in campionato a Brunico, l’addetto stampa della Società biancorossa Dieter Knoll ebbe l’idea di presentare il giocatore con un allenamento aperto ai tifosi, novità assoluta per l’HCB, con tanto di invito sui giornali. Era il 5 ottobre 1987 quando alle 18.30 le porte del Palaghiaccio di via Roma si aprirono per far entrare un migliaio di persone che assistettero alle evoluzioni del numero 15 biancorosso. Fu una idea molto astuta per cercare di incrementare al vendita delle tessere annuali visto che il contratto con il fuoriclasse svedese era molto “pesante” e le casse sociali non potevano da sole fare fronte a quella spesa.
La stagione regolare fu un lungo monologo dei biancorossi dove solo l’HC Merano cercherà di arginare una superiorità tangibile mentre il percorso dei play-off sarà netto: 8 partite ed altrettante 8 vittorie. Dapprima il Bolzano si sbarazzò del Cortina in due partite ai quarti di finale (meglio delle tre), mentre in semifinale si trovò di fronte “l’odiato nemico” lombardo. Forse l’unico vero scoglio per la truppa guidata da Ron Chipperfield, che dovette soffrire più del dovuto nella partita giocata a Varese dove la squadra di casa cercò in tutti modi di non lasciare quel triangolino tricolore che aveva conquistato l’anno prima. La finale sarà un ulteriore monologo biancorosso dove l’HC Merano di Romano, Tomassoni, Bellio ed Orlando dovette fare da spettatore alla conquista del 10° titolo e della tanto cercata
Formazione Campione d'Italia:
Allenatore: Ron Chipperfield
A destra Kent Nilsson artefice della conquista della Stella e a sinistra Gino Pasqualotto che porta, qualche anno dopo, con onore quel simbolo conquistato sul campo (in carriera Crazy Horse vanta proprio 10 scudetti personali)
Rassegna stampa dell’epoca
LA SPERANZA DI RIVEDERE LA STELLA
Ora speriamo che la domanda posta in calce all’articolo abbia una pronta risposta e che la stella possa tornare a brillare sopra al nuovo logo sociale, quella bella volpe aggressiva che dovrà portarci a nuovi successi. Infatti, quella stella merita di stare sulle nostre casacche così come è stato per gli ultimi 28 anni: è il simbolo del lavoro di tantissime persone che dal lontano 1933 ad oggi hanno onorato la nostra maglia con sudore e sacrifici ed un monito ai nostri avversari, chiunque essi siano - italiani o stranieri - l’HC Bolzano sa come si vince e vuole continuare a farlo.
Una altra speranza, che riponiamo nell’attuale dirigenza, è quella di poter tornare a partecipare alla conquista anche del titolo italiano, e non solo quello prestigioso della EBEL che come livello tecnico è quello che ci compete per tradizione, per poter cercare di portare a Bolzano anche la seconda stella che farebbe diventare la nostra squadra unica nel panorama hockeistico nazionale.
La nostra storia.... è il nostro FUTURO!!!