Ciao volponi!
Dopo un paio di mesetti ci si rivede. Ci eravamo lasciati con l'ingresso ampiamente anticipato nei playoff,
impreziosito da un "lussuoso" 4º posto che ad inizio stagione forse pochi avrebbero pronosticato, per poi passare ad uno stentoreo e svogliato pick-round dove spesso i biancorossi sembravano appannati, privi di idee, incapaci di creare gioco e spesso in grande confusione. Dopo le 2 sconfitte consecutive col KAC, il 5 febbraio "Metro" lascia Bolzano seguito a breve distanza, ancora più imprevedibilmente, da Kearney. Che dire? Un'altra scommessa vinta da parte del coach e della società. Il ritorno di Yogan e l'innesto di Lindsay Sparks sembrano non essere sufficienti per invertire la tendenza (2:4 a Innsbruck, 0:5 al PalaOnda con i Capitals e un secco e bruciante 1:8 a Salisburgo). Iniziano i playoff con l'ennesima puntata dell'infinita saga contro i Black Wings di Linz e i Foxes ritrovano motivazioni, unità e compattezza, tornano a giocare come una vera squadra, mettendo sul ghiaccio tantissima intensità. Una sfida comunque bellissima contro i 3 ex Schofield, Piché e Broda che avrebbe potuto prendere anche una piega diversa, soprattutto se gli austriaci avessero voluto rinunciare una volta tanto alla "mano pesante" (vero Sébastien?) ma che avrebbe anche potuto concludersi trionfalmente dopo solo 4 gare. Non smetterei mai di ripensare a quanto questo quarto di finale appena concluso ci ha regalato in emozioni e riflessioni da conservare e sulle quali ragionare. I 6087 spettatori del PalaOnda, record stagionale di tutto il torneo, ma anche quei pochi che ci sono sempre e che non lasciano veramente "mai soli" i nostri ragazzi anche in trasferta di martedì. Tifosi che raggiungono Bolzano, oltre che dal trentino, anche da Roma, da Novara e dal veneto perché vogliono assolutamente essere partecipi di queste e innumerevoli altre emozioni che questo sport e il nostro stadio riesce a trasmettere. Sicuramente questo lo hanno sentito anche i nostri giocatori, molti dei quali non avevano mai giocato davanti a 6000 persone pronte ad esplodere in un boato che ti entra dentro. In uno stadio del ghiaccio dove è esposta e risplende la nostra storia, caratterizzata, come le perle di una bellissima collana, da tanti successi e trofei. La storia di una maglia che dal tessuto, dai suoi colori, ti passa sulla pelle e poi ti entra dentro a creare insieme all'entusiasmo di un pubblico appassionato e competente una miscela esplosiva che fa battere quel cuore biancorosso forte e coraggioso. Ha senso parlare dei singoli? Sarebbe troppo facile e banale incensare e tessere le lodi di un grandissimo Marcel Melichercik o della linea Reid-Oleksuk-Frigo. Non so perché ma il mio pensiero invece corre a Daniel Glira, che invece di polemizzare ed estraniarsi dal gruppo, sul quotidiano in lingua tedesca, si dice felicissimo della sua stagione, di quanto ha imparato, di quanto è cresciuto in autorevolezza e che non risparmierà energie in allenamento per farsi trovare pronto in qualsiasi momento. A fargli da contraltare Hannes Oberdörfer, tanta esperienza e buona parte della stagione trascorsa in panca ma nel momento che conta... cuore in mano e coltello fra i denti! Tutto questo sembra che si chiami semplicemente GRUPPO. Quel gruppo che in gara 5 a Linz è stato immortalato nelle immagini televisive tutto stretto intorno a coch Pokel all'interno della panchina per uno dei time-out più significativi delle ultime stagioni. Mettiamo quindi meritatamente le "ali nere" ad ad adornare come un trofeo il nostro personale "Dreamcatcher/acchiappasogni" al quale esprimiamo il semplice desiderio di restare ancora noi stessi. Con la mente lucida e con il cuore, con lo spirito di un gruppo unito e disciplinato e con un grande pubblico sempre al fianco. Tornare a vincere una serie di playoff al terzo tentativo ci proietta in una semifinale che già di per se potrebbe dare un significato positivo alla nostra stagione. Ma dobbiamo ancora una volta fare i conti con la nostra storia, con il nostro destino di squadra abituata alle grandi imprese, che non molla mai. Ci aspetta la squadra di Vienna, quella che quest'anno ha giocato probabilmente l'hockey più completo ed equilibrato fra tecnica, tattica e forza. Un ottimo team, con altri 3 ex (Sharp, Pollastrone e Vause) richiamati in riva al Danubio dal profumo di ingaggi improponibili alle nostre latitudini. Senza contare che lo stesso coach Tom affronterà sicuramente con maggiore orgoglio e concentrazione una parte del suo passato professionale. Ad amplificare l'interesse per una sfida così importante e prestigiosa anche il fatto che fra le due tifoserie c'è grande rispetto e simpatia e venerdì notte saremo ancora tantisismi al PalaOnda per il 2º atto di questo grande spettacolo. Come ho proposto frequentemente nei nostri appuntamenti, mi piace chiudere con una canzone che faccia da "filo rosso" con quanto ho cercato di esprimere nelle parole scritte. Ho scelto "One of These Nights" degli Eagles principalmente per la bellissima copertina (che Andrea ha magistralmente adattato) dove le "ali nere" sono state tagliate per essere sfoggiate come trofeo e già impreziosiscono la nostra stagione dandole un grande valore. Nella canzone si parla di quello che potrebbe succedere "una di queste notti" ... la febbre sale... alla ricerca di un sogno che ci farà urlare forte... CATTURIAMOLO INSIEME!
Dream Catcher
Hanging by the window,
the dream catcher waits,
to catch me a dream, that's hopefully great.
Appeso alla finestra
l'acchiappasogni attende
di afferrare un sogno per me, possibilmente grande
Quiet and still, it waits in the night,
to catch a dream, traveling in flight.
Calmo, immobile, attende nella notte
di acchiappare un sogno che viaggia nell'aria
Its web is of leather, its feathers light,
the magic it works, carries great height ...
Di pelle è la rete, leggere le piume
ed immensa è la magia che emana ...