
Mi ritorni in mente... vecchia maglia biancorossa, ma anche verde foresta, o arancione, ma anche blu scuro, non importa, stiamo sempre parlando della nostra grande passione per l'Hockey Club Bolzano, molto spesso dovuta ai giocatori, alle grandi persone, agli uomini che l'hanno indossata e che hanno contribuito a scrivere la storia di questo glorioso Club, il nostro Club, a scolpirla e a fissarla lassù, sul tetto della nostra casa per sempre. Sono gli eroi del nostro passato, leggende che in parte vorrei ricordare insieme con voi in un rapido viaggio nel passato. Ecco... con la seconda parte degli anni '60 incominciano i miei ricordi di hockey. Abitavamo in via Novacella (all'altezza dell'entrata del parcheggio della Fiera di via Roma) e mio padre coordinava le maschere che strappavano i biglietti etc. (chissà quante volte molti di voi avranno rischiato di travolgerlo mentre, aiutato da mio zio, apriva le porte della galleria... ??). L'equazione è servita: vicinanza al palazzo del ghiaccio + papà che ti porta con lui = scintilla della passione per l'hockey che fa divampare facilmente un incendio immediato, irrefrenabile ed inestinguibile????❤️??.
Anche se la prima "prova" del mio contatto con l'hockey riguarda una stecca Morotto di Schlemmer che (debitamente segata x adeguarla alla mia altezza di bambino di 5/6 anni) è ancora nel mio garage, il primo ricordo vero e proprio mi vede dietro la balaustra a fianco di un Romeo Tigliani (altra stecca conservate in garage) seduto in panca come riserva di Robert Gamper. Ricordo le maglie di lana color "verde FORST", i capelli rossi di Hudson (si poteva giocare senza casco) e il fisico imponente di Bacher ma anche Renzo Stenico, Schrott e Vattai (che lavorando al bar Internazionale dei genitori era un volto più familiare di altri essendo il suo sicuramente il bar di riferimento sia del quartiere che degli appassionati di hockey). Da lì in poi molte facce e personaggi si aggiungono praticamente ogni anno: Innerebner, i fratelli Benvenuti, Thomas Mair (il #2 per me un vero e proprio simbolo dello spirito combattivo biancorosso - gliel'ho anche detto di recente al PalaOnda - quando, a contrastare il tiro avversario, con entrambe le ginocchia sul ghiaccio allargava le braccia...). Praticamente ogni anno c'erano ragazzi nuovi e giovani meritevoli di salire in 1ª squadra: i fratelli Gasser, Refatti, Strohmaier, Gino... così come gli stranieri di grande qualità come Dolana, Pavlu, Gerard Morin... fino a quella magica sera del 2º scudetto letteralmente strappato dalle maglie azzurro-bianche dei dinosauri cortinesi. Ricordi molto vividi nella mia memoria e legati a quegli anni sono basati su due semplici azioni che ho compiuto e ripetuto chissà quante volte. I primi anni, quando dovevo posizionarmi a "tiro di sguardo" del mio papà, era lo scostare la pesante (x me bambino) tenda di velluto con la scritta "FORST" cucita sopra che, dall'ingresso della platea, dischiudeva la vista a quel posto magico dove anche il ghiaccio aveva un odore particolare, entrare lì era come entrare in Municipio o (senza voler apparire blasfemo) in Duomo. Stavi entrando, intendo dire, in un posto molto importante della tua città e ti sentivi quindi in perfetta simbiosi con essa, diventavi tu stesso una parte vera e propria di lei. La seconda, quando ormai più grandicello mi era concessa un poco più di autonomia e allora via, a salire quella piccola rampetta di scale che portava alla galleria e poi a cercare il posto in prima fila. Continuando e proseguendo con questi rapidi flashback, giusto un istantanea o anche solo parche parole sulle 5 Leggende perché per loro parla il percorso fatto negli anni in maglia H.C.B.
Rolly #8 ... aveva 22 anni quando diventò l'eroe di tutta la città e, a suo modo, è stato lui stesso una scintilla della passione di Bolzano per l'hockey che da quel momento è poi letteralmente esplosa. Di Hubert ho in mente una vera e propria istantanea e ancora lo vedo con indosso la sua #19 intento a mordere l'avversario con un implacabile e asfissiante forechecking in un Bolzano del '74 allenato da Sandy Archer (ma mi sembra di ricordare che il coach non concluse l'annata...). Di Gino cosa vogliamo più dire... Se penso a Gino me lo ricordo veramente agli esordi come giovanissimo attaccante con una maglia #13 ma soprattutto (altra istantanea) lo vedo curvo, con il suo #33, intento a piazzare uno dei suoi spettacolari (e divertenti) body check a far volare via l'avversario. Martin me lo ricordo quando a 16 anni esordì al fianco di Jarda. A parlare di Martin gli aggettivi non basterebbero mai perché è stato un giocatore di classe sopraffina, elegante ma al tempo stesso concreto, incisivo ed efficace. Nel #25 la sua vita in biancorosso: un quarto di secolo! Resta il capitano, l'ho sempre visto veramente come uno di noi, anche perché non dotato di "numeri" particolari ma con il suo senso tattico, la sua serietà ma sempre caratterizzata dal suo sorriso ha incarnato lo spirito bolzanino vivendo veramente la maglia biancorossa col #4 come una seconda pelle. Queste 5 Leggende biancorosse hanno vinto tantissimi titoli, trofei, tornei internazionali e scudetti. Queste vittorie ci hanno reso un club importante, stimato e rispettato. Queste vittorie hanno fatto sì che anche di la dal confine abbiano accolto la nostra candidatura al torneo che ci vede da quattro anni protagonisti con la consapevolezza che il torneo stesso ne avrebbe tratto giovamento, accrescendo il proprio prestigio. Tutti siamo in maniera convinta riconoscenti per la scelta di grande coraggio nel abbandonare la serie A per questa meravigliosa avventura che si chiama EBEL e che già ha una volta di più confermato il nostro grande valore. Ci piacerebbe se affianco dei trofei rappresentati ed esposti sul soffitto della nostra casa, potessero, quanto prima, trovare posto le risposte di chi si chiede "chi saranno stati i campioni che fra gli altri hanno contribuito a raggiungere quei successi?". La domanda e le risposte, il valore e i valorosi, i trionfi e le Leggende. Nella nostra casa, inisieme, per sempre. A testimoniare una lunga storia di passione e successi.