Per la nostra rubrica “A tu per tu con…” oggi incontriamo Martin Rottensteiner. A molti, forse, il suo nome non dice un granchè ma se pronuncio la sua famosa frase
“OhhhhyessSiiir”? Avete capito con chi facciamo quattro chiacchere oggi? Ma si… lui. E lui è Martin Rottensteiner lo speaker e marcatore ufficiale dell’HCB.
HCBfans: Domanda classica: qando è nata la tua passione per l’hockey su ghiaccio?
M.: Sono nato con la passione per questo sport. No, scherzi a parte. Ho un passato come giocatore attivo avendo iniziato già dall'età di 6 anni a far parte delle giovanili del HC Mickey Maus di Bolzano.
HCBfans: Quando è stata la tua prima partita come speaker al Palaonda e come sei arrivato a fare lo speaker?
M.: Era esattamente l'11 settembre 2005 contro l'Innsbruck. Dopo aver smesso con la mia attività agonistica, ho iniziato a seguire in modo sempre più assiduo il campionato di Serie A ed in particolar modo l’HC Bolzano. Volevo rimanere in qualche modo nel giro dell'hockey. Quando poi il Bolzano nell’estate del 2005 ha cercato nuovi collaboratori per l'organizzazione delle partite casalinghe mi sono proposto. Di certo mai avrei pensato al ruolo dello speaker, ma era risultata vacante proprio quella figura per completare l'organico dello staff. Quando la società ha ufficializzato la richiesta chiedendomi esplicitamente di fare lo speaker sono rimasto davvero sorpreso e un po’ spiazzato: “Ma come? Lo speaker??? Dopo averci riflettuto per alcuni giorni mi sono detto: “Martin, se non ci provi, non avrai mai una risposta”. E così ho accettato. Vorrei anche cogliere l’occasione per ringraziare la società per avermi dato questa opportunità e tutti coloro che mi hanno incoraggiato e sostenuto in questi anni.
HCBfans: La cosa più divertente che ti è successa mentre facevi lo speaker?
M.: Credo che sia successa durante una partita di Serie A della stagione 2009/2010 contro il Cortina. Oltre alla figura di speaker, rivesto anche quella di marcatore ufficiale. Questo ruolo, per poter registrare correttamente i dati, necessita quanto meno di una sufficiente visibilità della pista ghiacciata dalla cabina cronometristi, ma negli anni passati, quando al Palaonda era montato ancora il plexiglas, peggiorava progressivamente di anno in anno. Era ormai diventato assolutamente necessario che venisse sostituito almeno una parte di esso e le nostre richieste in questo senso erano sempre più frequenti. Il destino ha voluto che ci fosse una rissa in quella gara contro il Cortina proprio difronte a noi. Quando hanno iniziato a volare i pugni ho incominciato ad incitare i protagonisti in campo a darsi da fare ma semplicemente nella speranza che il plexiglas finalmente cedesse e si rompesse. Chiaramente non immaginavo che questo potesse essere frainteso da Mike Souza e scambiato per un gesto di sfida con la conseguenza che avrebbe voluto raggiungermi tentando anche di scavalcare dalla panca puniti. Per mia fortuna non ci riuscì, limitandosi a versare una borraccia d'acqua sul computer…
HCBfans: Giocatori nordamericani, dell’est Europa, svedesi e finlandesi. Il nome del giocatore che ti ha fatto penare di più?
M.: Non ho difficoltà ad adeguarmi a nuovi giocatori e non c'è un nome in particolare che in questi anni mi abbia messo in difficoltà. Ma per rispondere alla domanda sono soprattutto i nomi francesi e franco-canadesi, dove ben spesso devo chiedere aiuto per una pronuncia corretta.
HCBfans: Cos’è per te il PalaOnda?
M.: È diventato familiare come il salotto di casa, lo vivo addirittura come una seconda casa, dove posso trascorrere tante ore tra impegno e divertimento. È un luogo che riesce a suscitare emozioni grandi e quando è pieno riesce perfino a farti venire la pelle d'oca.
HCBfans: L’HCB ha vinto due EBEL in trasferta. Cosa avresti detto o fatto al gol di Pance nel 2014 o alla sirena finale lo scorso 20 aprile se fossimo stati al Palaonda?
M.: Sarebbe stato il massimo se avessimo potuto avere l’opportunità di vincere in casa. Devo dire che da una parte sono una persona che vuole prepararsi al meglio alle partite e agli eventi particolari che presentano, dall'altra cerco di “vivere” ogni incontro e mi lascio trascinare dalle emozioni che ogni singola gara sa trasmettere. Le emozioni nascono spontaneamente e sono “in agguato” dietro ogni piccolo particolare di ogni singola azione del gioco e quindi non oso pensare cosa avrebbe suscitato un trionfo sul ghiaccio casalingo… Temo che il mio urlo finale avrebbe con ogni probabilità rotto il microfono e forse un paio di corde vocali di scorta sarebbero state opportune. ??
HCBfans: Che emozione è stata presentare i giocatori in piazza Walter dopo il trionfo?
M.: Ecco, questo è uno di quei momenti che ti danno la massima soddisfazione. Io, dopo l'accesso alla finale, sapevo che ci sarebbe stata festa in piazza, ci sarebbe stata comunque, indipendentemente dall’esito. Festeggiare la tua squadra nella piazza principale (e più affollata che mai) della tua città assieme a tutti i tifosi e agli amici è un momento da brividi, ti fa sentire veramente a casa tua e ti ritrovi a domandarti più volte nel corso della festa se stai sognando o è realtà.
HCBfans: Il momento più bello e quello più brutto della stagione scorsa vissuto da speaker al Palaonda?
M.: Il momento più brutto è stato decisamente il primo tempo dell'ultima giornata del qualifying round. Annunciare quel parziale di 0:3 a favore dello Znojmo e stato durissimo. Il momento più bello sicuramente la conclusione della serata con la vittoria autorevole per 6:3 in gara 6 della finale e l’aver dato appuntamento ai tifosi a Salisburgo perchè la stagione non era ancora finita...
HCBfans: Guardando questa foto, cosa ti viene in mente?
M.: Mi passano in una raffica di sequenze tutte le emozioni che ho vissuto al vecchio palaghiaccio di via Roma che io e credo tutti noi abbiamo associato alla grandissima voce del mitico speaker Oskar Dalvit. Devo dire che fino al momento in cui ho avuto il piacere di posare per questa foto con lui, non avevo mai avuto il piacere di conoscerlo di persona e di certo non immaginavo mai potessi ricalcare le sue orme.
HCBfans: E questa?
M.: Un bambino impazzito di gioia che dopo il trionfo a Salisburgo riceve il regalo di compleanno, Natale e Pasqua nello stesso momento.
HCBfans: Il tuo “Oh yesss siiiir” ormai è il tuo marchio di fabbrica. Tra un po’ (stanne certo) vedremo magliette e tazze griffate con il tuo slogan… Ma quando e come è nato (sempre se non è un segreto)?
M.: No non è per niente un segreto, anzi, mi fa piacere questa domanda e poter svelare questa curiosità. Devo tornare indietro di qualche anno, a quando alcuni tifosi mi avevano suggerito di chiamare per tre volte il nome del giocatore che segna il gol, come fanno tra l'altro in quasi tutti gli stadi. Allo stadio anch’io mi sento in un certo senso come un tifoso, e vorrei condividere il più possibile con tutti. Sapevo però che non tutti erano favorevoli a queso modo di annunciare i gol dei giocatori biancorossi e quindi avevo pensato che forse non era ancora il momento, bisognava aspettare. Due anni fa, in una serata particolare, ho avuto la sensazione che forse era venuto il momento e dopo un gol importante di Brodie Reid non potei più trattenermi. Fu subito un successo. Ma dopo aver chiamato per la terza volta il nome di Brodie mica poteva finire così... Mancava ancora qualcosa per completare il tutto. Non volevo però copiare altri e volevo trovare qualcosa di particolare, qualcosa che fosse solo nostro. Dalla gioia e soddisfazione di interagire con il pubblico è nato poi quel “Oh yesss siiir” che significa “sissignore!”. Per me è una lode, un punto esclamativo, un segno di rispetto verso il pubblico, il mio modo di dire GRAZIE, è anche merito vostro.
HCBfans: Il glorioso tabellone elettronico del PalaOnda è andato in pensione. Lo sai che rimarrai alla storia per essere stato lo speaker del suo ultimo gol (17 aprile scorso in gara 6 di finale contro Salisburgo gol di Frank)? Le tue sensazioni…
M.: Non ho neanche pensato di entrare nella storia insieme al vecchio tabellone, che negli ultimi anni ci ha fatto ben più di qualche scherzetto. Lo ricorderò con qualche sorriso, come ricordo il “clack clack clack” ? il rumore dell’orologio di via Roma. Sono contento che il PalaOnda abbia voltato pagina e che ora abbia un maxi schermo degno dell’hockey e dello spettacolo che ospita.
HCBfans: Hai qualche informazione sul nuovo videotabellone?
M.: No non ho informazioni particolari. L'ho visto soltanto da lontano, ma è enorme ed è un vero gioiello.
HCBfans: Ti piace il nuovo Bolzano 2018/’19?
M.: Come sempre in questa fase della stagione e dopo soltanto un paio di partite disputate è difficile dare un giudizio. Quello che però ho visto mi è già piaciuto molto. La società ha nuovamente fatto un ottimo lavoro di scouting e negli ingaggi dei giocatori e quindi sono fiducioso che anche quest'anno i ragazzi ci faranno divertire regalandoci tantissime soddisfazioni e nuove emozioni.
HCBfans: Manca poco all’inizio della stagione. Le prime partite in casa saranno quelle di CHL. Hai già in mente come presenterai la squadra?
M.: Io sono già pronto e come sempre mi impegnerò per fare del mio meglio. Non vedo l'ora che i nostri campioni scendano in campo in occasione della CHL. Con il nuovo cubo elettronico l’ingresso dei giocatori sarà ancora più spettacolare.
HCBfans: Vuoi aggiungere qualcosa a questa intervista?
M.: Vorrei ringraziare innanzitutto HCBfans per l’opportunità di essermi in un certo senso presentato un po’ a tutti. Vorrei salutare i vostri lettori e non vedo l'ora di poter salutare i tifosi biancorossi, che mi aspetto sempre più numerosi, prossimamente al PalaOnda.
Ciao e a presto.